Dal suo nome scientifico PANNICOLOPATIA EDEMATO-FIBRO-SCLEROTICA si intuiscono chiaramente le sue caratteristiche.

 

cellulite

“Pannicolopatia” perché è una patologia del pannicolo. “Edemato” perché si presenta con edemi e quindi con ritenzione idrica. “Fibro” poiché a seguito di un rallentamento della circolazione e dei processi metabolici si verifica una compressione del tessuto con inserzioni di noduli di grasso all’interno. Infine “Sclerotica” perché nel suo stato più grave si assiste ad un eccessivo addensamento delle cellule adipose e la pelle si presenta ad avvallamenti.

Le fasi della cellulite sono tre:
1) fase edematosa: è la cellulite giovane, nella sua fase iniziale ed è caratterizzata da ritenzione idrica. Il sangue scorre a fatica all’interno dei capillari. Il disturbo non si riconosce ad occhio nudo, ma si avverte una sensazione generale di gonfiore e pesantezza alle gambe.
2) fase fibrosa: se non si interviene subito, il rallentamento della circolazione e degli scambi metabolici determinano la compressione del tessuto e l’imprigionamento al suo interno di noduli di grasso. I punti interessati assumono il tipico aspetto a buccia d’arancia. Il tessuto al tatto si presenta duro, freddo e pallido.
3) fase sclerotica: è la più seria ed evidente. La circolazione è fortemente rallentata, i tessuti non sono più purificati e ossigenati, mentre nel tessuto connettivo le cellule adipose si imprigionano ulteriormente in ammassi più consistenti. La pelle assume un aspetto a materasso, fredda al tatto, dura, poco elastica e fa male.

Inoltre da tempo la cellulite viene classificata in 4 stadi:
– 1° stadio: in questo stadio si rileva un’aumento della pastosità delle parti colpite dovuto al ristagno di liquido intersistiale. Non vi è dolore e si può ancora intervenire perché è reversibile.
– 2° stadio: le fibre che circondano gli adipociti si moltiplicano e s’induriscono peggiorando la microcircolazione. La cute è pallida e fredda e si può notare con la digito-pressione.
– 3° stadio: siamo in una fase già avanzata. La pelle ha il classico aspetto a buccia d’arancia o a materasso.
– 4° stadio: i micro noduli aggregandosi tra loro hanno raggiunto dimensioni considerevoli Sono mobili e dolenti al tatto. L’aspetto a buccia d’arancia è più marcato e il dolore può essere sia spontaneo che provocato.

La cellulite viene distinta in:

1) dura e compatta: interessa la parte inferiore del gluteo e la coscia posteriore e latero-superiore. Al tatto si avvertiranno pallini e la cute sarà secca e delicata. Questa forma è la più frequente ed interessa ragazze giovani in buone condizioni fisiche ed è la tipologia dove si hanno più successi.
2) molle e flaccida: può raggiungere dimensioni notevoli fino alla deformazione totale della zona interessata. La massa liposlerotica è soggetta a spostamenti a secondo della posizione assunta dalla cliente. Si presenta maggiormente nei soggetti oltre i 40 anni e si localizza prevalentemente nella faccia antero-interna delle cosce.

Le cause sono difficili da definire con esattezza. Quelle principali sono:
1) sesso: infatti il 90% delle donne è colpita da questo inestetismo, mentre negli uomini è raro trovarla. Ciò è dovuto in parte alla struttura del tessuto adiposo: nei maschi le cellule adipose sono parallele fra loro, nelle femmine invece hanno una struttura elicoidale, cioè sono attorcigliate e questo favorisce l’inestetismo. Un ruolo importante è giocato dagli ormoni femminili (estrogeni e progestinici).
2) ormoni tiroidei:un mal funzionamento della tiroide fa ingolfare e rallentare i meccanismi che sono alla base dello smaltimento delle sostanze ingerite, determinando un accumulo di grasso e di depositi di cellulite.
3) Ereditarietà: la familiarità porta questo inestetismo che non è detto arrivi direttamente dai genitori ma anche da nonne, zie, etc.

A queste cause principali dobbiamo però aggiungere altre cause come l’alimentazione, sedentarietà, poco riposo con ritmo di vita frenetico, abuso di bevande alcoliche, troppi caffè, il fumo, lo stress, assunzione incontrollata di farmaci, indumenti troppo stretti e tacchi alti.

Fra le sostanze attive sull’adiposità localizzata rientrano le metilxantine e i derivati a base di iodio organico. Tra le metilxantine la sostanza per eccellenza è la caffeina, capace di attivare il metabolismo degli adipociti con conseguente metabolizzazione dei lipidi di riserva. Molecole simili sono la teobromina (cioccolato), la teofillina (tè) e l’amminofillina. L’impiego di queste metilxantine agevola la lisi dei lipidi, quindi riduce l’adiposità localizzata. Al giorno d’oggi si utilizzano piante che le contengono, come il guaranà, la cola, il cacao, il matè ed il tè verde.

Oltre alle metilxantine, come attivatori del metabolismo lipidico vengono impiegati composti a base di iodio organico. Lo iodio organico si può ritrovare nelle alghe brune, come il fucus. Non a caso le alghe trovano largo utilizzo nei prodotti destinati al trattamento della cellulite.

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